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Capiamo il valore della vittoria quando veniamo sconfitti.

Quel senso di perdita, il lutto interno, la delusione, il pensare a quello che poteva essere.

Quando qualcosa finisce e non possediamo più la libertà di scelta ci sentiamo impotenti.

In questi giorni pensavo alla imposta reclusione a cui tutti ci stiamo adeguando.

Le emozioni che emergono potrebbero essere contrastanti.

Immobili, con l’essenziale, abbiamo la possibilità di fare un passo notevole come esseri umani.

Possiamo pesare con cura tutte le parti della nostra vita.

Siamo davvero consapevoli di quanto vale la nostra libertà?

Nello stare fermi, questa forse è una delle domande fondamentali che dobbiamo a noi stessi.

L’assenza di distrazioni

La paura

La noia

Tutti ingredienti che rendono facile la via della consapevolezza, una costrizione che forse non capita spesso.

Abituati a correre, a fare e disfare, a non ponderare con cura le nostre azioni, abbiamo la possibilità di andare in profondità.

Balena in me un parallelismo.

La sanità prevede un trattamento sanitario obbligatorio per tutti quei soggetti che non sono in grado di intendere e di volere.

Quando hai un problema mentale, qualcuno sceglie per te.

Non ci sono tante possibilità di negoziazione sulla libertà concessa.

Tutta la dignità individuale va a farsi fottere nel momento in cui, un’autorità di competenza, vaglia cosa ti è permesso e cosa ti è vietato.

Nel pensiero dipendente, la reclusione, viene negata, respinta, rifiutata.

Pensi di avere ragione, con larga convinzione interna, infrangi tutte le regole.

Perché gli altri non capiscono e tu hai l’onnipotenza di capire cosa è bene per te, anche se ti stai distruggendo.

Credendo esagerato, inutile e vano, il tentativo di contenimento.

Io per anni ho tergiversato sui suggerimenti consigliatomi da chi aveva in mano un quadro più lucido del mio.

Procrastinando e impiegando moltissimo tempo.

Una di quelle cose impossibili da recuperare, anche se sembra infinito.

Riesci a comprenderne il valore effettivo quando ti rendi conto di quanto ne hai lasciato andare in una modalità non adatta.

Forse sprecato o mal utilizzato, mai perso. Il tempo c’è e oggettivamente, esiste nel nostro ricordo anche se trascurato.

Un gran peccato accorgersene quando è tardi.

Come il valore della nostra vita.

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